Norme

La Commissione Ue vara lo Space Act (vale anche per Starlink). Kubilius: ‘Il XXI secolo è quello dello Spazio’

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La Commissione Ue ha varato oggi la sua prima proposta di legge sistemica sul dominio spaziale, che passerà ora al vaglio del Consiglio e dell'Europarlamento. Un primo passo necessario per creare una nostra sovranità spaziale europea, pensando anche a sicurezza e sostenibilità.

Sono più di 10mila i satelliti nello spazio, che girano in orbita sopra le nostre teste. Il rischio collisioni è sempre più concreto con l’aumentare del traffico nei prossimi anni, che è garantito. Ed è anche per ovviare a questo problema che la Commissione Ue ha proposto oggi a Bruxelles un regolamento europeo sullo Spazio. Il cosiddetto “EU Space Act”, che ironia della sorte, arriva nello stesso giorno in cui la legge italiana sullo Spazio viene pubblicata in Gazzetta Ufficiale, è finalizzato a migliorare l’accesso al mercato, anche riducendo la frammentazione, e a rafforzare la sicurezza spaziale e sostenibilità ambientale del settore, in particolare. Il tutto in ottica di sovranità europea e autonomia, per creare una vera alternativa allo strapotere americano e cinese, chiudendo in temi ragionevoli il gap tecnologico che ci separa dalle grandi potenze globali.

Kubilius: ‘Il XXI secolo sarà quello dello Spazio’

“Una rivoluzione spaziale è alle porte”, assicura Andrius Kubilius, Ministro della Difesa e dello Spazio della seconda Commissione von der Leyen, che certifica: “Il XXI secolo sarà il secolo dello spazio”. Avverte che l’Europa non può permettersi di arrivare in ritardo all’ennesimo appuntamento con la storia e “deve essere in prima linea” in questa rivoluzione, perché da essa dipendono la nostra “autonomia, resilienza e competitività”.

Space Act, Virkkunen: ‘Sovranità, sicurezza e lungimiranza strategica’

“La leadership dell’Europa nello spazio deve essere radicata nella sovranità, nella sicurezza e nella lungimiranza strategica”, ha ribadito Henna Virkkunen, Vicepresidente esecutiva della Commissione responsabile per la sovranità tecnologica, la sicurezza e la democrazia. Ha osservato che affinché ciò accada, è necessario “garantire che la nostra infrastruttura spaziale sia resiliente, rafforzare l’ecosistema dell’innovazione e garantire la nostra autonomia nelle tecnologie critiche per le prossime generazioni”.

Spazio più sostenibile, più sicuro, meno detriti e meno frammentazione normativa

La proposta di regolamento comprende misure per rendere il settore spaziale europeo più sostenibile, più sicuro e più competitivo in Europa e suoi mercati di esportazione per le imprese europee. Le norme spaziali europee sono attualmente frammentate, con molti approcci nazionali diversi e la mancanza di un vero e proprio mercato unico. “Questa frammentazione – osserva la Commissione in una nota – frena l’innovazione, riduce la quota di mercato europea” nell’economia globale “crea costi aggiuntivi”.

La Commissione sottolinea che “un quadro chiaro e armonizzato a livello europeo garantirà sicurezza, resilienza e responsabilità ambientale in tutta l’Unione, aiutando al contempo le aziende a crescere e ad espandersi oltre confine”. Inoltre, “lo EU Space Act intende ridurre la burocrazia, proteggere le risorse spaziali e creare condizioni di concorrenza eque e prevedibili per le imprese”.

La proposta si basa su tre pilastri fondamentali: sicurezza, in uno spazio sempre più congestionato; resilienza, nel settore che è sempre più conteso e sottoposto ad attacchi e rischi per la sicurezza; sostenibilità ambientale.

Lotta all’inquinamento spaziale e ai detriti

Per quanto riguarda la sicurezza, spiega la Commissione, “lo spazio sta diventando sempre piu’ congestionato. Oggi sono in orbita 11.000 satelliti e si prevede che altri 50.000 saranno lanciati nel prossimo decennio. Allo stesso tempo, oltre 128 milioni di detriti circolano già nello spazio, aumentando notevolmente il rischio di collisioni. Nel peggiore dei casi, questo potrebbe innescare collisioni a cascata che renderebbero inutilizzabili orbite chiave e interromperebbero l’accesso a servizi satellitari vitali. Per prevenire ciò, l’EU Space Act introduce misure per migliorare il tracciamento degli oggetti spaziali e limitare la formazione di nuovi detriti, inclusi requisiti per lo smaltimento sicuro dei satelliti al termine della loro vita operativa”.

Analisi del rischio cyber per il ciclo di vita di ogni satellite

Il concetto di resilienza (capacità di resistenza) riguarda invece il fatto che “le infrastrutture spaziali affrontano crescenti minacce da attacchi informatici e interferenze elettroniche che prendono di mira satelliti, stazioni terrestri e collegamenti di comunicazione. Questi attacchi possono portare alla perdita di satelliti o all’interruzione di servizi critici. L’EU Space Act richiederà pertanto – annuncia la Commissione – a tutti gli operatori spaziali di condurre valutazioni approfondite del rischio durante l’intero ciclo di vita di un satellite, applicando norme di sicurezza informatica e segnalazioni di incidenti specifiche per il settore spaziale”.

Misurare l’impatto ambientale

Per quanto concerne la sostenibilità, infine, la Commissione nota che “con la crescita delle attività spaziali, la gestione delle risorse, delle emissioni di CO2 e dei detriti diventa fondamentale. Misurare l’impatto ambientale consente al settore di ridurre il proprio impatto ambientale e sostenere la sostenibilità dell’Ue”. Il regolamento quindi “stabilirà norme comuni per misurare questi impatti. Queste norme garantiranno dati coerenti e verificati e incoraggeranno l’innovazione in settori come la manutenzione spaziale, per prolungare la vita utile dei satelliti e ridurre i detriti”.

Nuove norme applicate anche agli operatori extra Ue (come Starlink) operativi in Europa

Le nuove norme, precisa la nota della Commissione, “si applicheranno sia alle risorse spaziali dell’Ue che a quelle nazionali, nonché agli operatori extra-Ue che offrono servizi in Europa. I requisiti normativi saranno adattati alle dimensioni e al livello di maturità delle aziende e valutati in base ai rischi connessi”. Sarà anche offerto un supporto “per mitigare i potenziali costi per il settore”, che includerà “il rafforzamento delle capacità, l’accesso alle strutture per i test e il supporto agli operatori spaziali nella preparazione delle domande di autorizzazione”. Il sostegno sarà diretto in particolare alle start-up e alle Pmi.

La proposta di regolamento passa al Consiglio e all’Europarlamento

La proposta di regolamento sarà ora sottoposta ai co-legislatori, il Consiglio Ue e l’Europarlamento, per l’adozione finale secondo il processo decisionale previsto per la legislazione ordinaria (co-decisione).

Presentata anche una Visone per l’economia spaziale europea

Oltre allo “Space Act”, la Commissione ha presentato oggi anche una “Visione per l’economia spaziale europea”, volta ad “affrontare l’evoluzione dell’economia spaziale globale e le sfide poste dalla concorrenza internazionale e dalle tensioni geopolitiche”.

Lo spazio, ricorda ancora la Commissione, “è un settore di mercato ad alta crescita che contribuisce alla competitività dell’Ue”, e che “comprende l’industria spaziale europea (manifatturiera e servizi), i servizi spaziali in numerosi settori di mercato, dal clima e ambiente, all’agricoltura, all’energia, ai trasporti, alle assicurazioni e alle banche o alla sicurezza e difesa”.

La comunicazione affronta l’evoluzione di questo settore a livello globale (che si prevede varrà oltre 1.500 miliardi di euro entro il 2035), analizzando, in particolare, le sfide poste dai concorrenti internazionali e dai rivali geopolitici, che hanno ripercussioni in diversi settori, dall’agricoltura all’energia, dall’ambiente ai trasporti, dal settore bancario alla difesa.

La visione della Commissione prevede azioni lungo sei linee principali per sostenere la crescita dell’economia spaziale del Vecchio Continente:

  • un mercato unico per lo spazio,
  • l’indipendenza tecnologica,
  • una forza lavoro qualificata,
  • la cooperazione internazionale,
  • la commercializzazione delle risorse spaziali
  • e, infine, un’accelerazione della ricerca e sviluppo.

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